L’AQUILA – “Ricordati di santificare le feste. Ma senza esagerare”. Si potrebbe sintetizzare così, con un po’ di ironia, il contenuto del “Direttorio per la celebrazione e la pastorale dei sacramenti”, un documento di 147 pagine, appena firmato dall’arcivescovo dell’Aquila Giuseppe Molinari, contenente nuove norme (draconiane) sulla celebrazione di battesimi, cresime e matrimoni, e sulle feste patronali. Il nuovo “decalogo” dovrebbe entrare in vigore già da queste festività pasquali.

E proprio a proposito delle feste patronali, il documento recita: “Durante le processioni non è lecito attaccare denari alla statua, che non può essere messa all’asta e trasportata dai migliori offerenti; è vietato raccogliere offerte e sono proibiti gli spari. Le processioni non devono durare più di due ore, è proibito portare altre statue al di fuori di quella del santo festeggiato e sono vietati gli spettacoli leggeri o di altro tipo”.

Insomma, un vero e proprio “giro di vite”, come si suol dire in questi casi, ispirato dalla volontà di tornare a una maggiore sobrietà nelle celebrazioni e soprattutto a una netta distinzione fra il rito religioso e quello civile.

Come in altre zone d’Italia (soprattutto del Meridione) le feste dei santi patroni sono molto “vissute” e partecipate anche nei paesi del comprensorio aquilano. Ogni Comune, ogni frazione, custodisce gelosamente le proprie cerimonie, ricorrenze e rievocazioni.

Che succederà ora?

L’impressione è che, nonostante il documento contenga anche un decreto di promulgazione con effetto immediato, a breve termine non ci saranno cambiamenti significativi né tanto meno stravolgimenti. “Di fatto non cambierà niente, anche perché alcune delle nuove disposizioni previste dal documento erano già state recepite” dice don Dionisio, parroco di una delle più grandi parrocchie dell’Aquila, quella di Paganica. “Vorrei precisare, inoltre, che il “Direttorio” non è un documento voluto dal vescovo Molinari riferito alla sola realtà aquilana. Queste sono cose che la Chiesa dice da anni, anche per introdurre una certa “uniformità” nella celebrazione dei sacramenti. Comunque l’introduzione delle nuove misure sarà graduale e ci sarà tutto il tempo affinché i fedeli possano prendere coscienza del cambiamento”.

Anche Ugo De Paolis, presidente della circoscrizione di Paganica e membro del comitato organizzatore della festa della Madonna d’Appari del lunedì dell’Angelo, la prende con filosofia: “Alcune “tradizioni”, come le aste per portare la statua e gli spari durante la processione, le avevamo già eliminate. Per quanto riguarda il divieto di portare altre statue al di fuori di quella del santo, anche qui avevamo già provveduto eliminando i “doppioni”. Anche se, tutto sommato, trovo giusto che non si mescoli il sacro con il profano e che il rito civile venga distinto da quello religioso, alcune tradizioni andrebbero preservate”.

di Roberto Ciuffini





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