L’AQUILA – Non si sono presentati al Gup Denis Verdini, uno dei coordinatori nazionali del Pdl, e Riccardo Fusi, presidente dimissionario dell’azienda Btp, nell’udienza preliminare relativa all’inchiesta sul G8 dell’Aquila e sugli appalti per la ricostruzione. Presente in aula il Pm Stefano Gallo, membro del pool antimafia dell’Aquila.
Verdini e Fusi – che nel corso dell’inchiesta non si sono mai presentati, neppure agli interrogatori – sono accusati di tentativo di abuso d’ufficio e per questo la Procura distrettuale Antimafia dell’Aquila, dopo le indagini ha chiesto al Gup il rinvio a giudizio.
Secondo l’accusa, attraverso le amicizie politiche, Verdini e Fusi avrebbero tentato di introdurre negli appalti il consorzio di imprese Federico II, sorto dopo il terremoto nel quale sono presenti oltre a Fusi, l’imprenditore aquilano Ettore Barattelli e le altre due imprese del capoluogo Giulio Vittorini e Enzo Marinelli.  Nel corso delle indagini era stato indagato anche Barattelli, uscito poi dall’inchiesta dopo che i Pm aquilani hanno presentato istanza di archiviazione.
Le indagini sono state coordinate dal Procuratore distrettuale antimafia dell’Aquila, Alfredo Rossini, in collaborazione con Olga Capasso, sostituto procuratore della direzione nazionale antimafia, distaccata all’Aquila dopo il sisma per rafforzare il pool che lavora al contrasto delle eventuali infiltrazioni mafiose negli appalti per la ricostruzione.
L’udienza preliminare è stata rinviata al 14 ottobre. Il pm ha chiesto e ottenuto dal Gup la trasmissione alla Camera dei Deputati di autorizzazione all’acquisizione di tre intercettazioni telefoniche, presenti nel filone principale dell’inchiesta. Secca la replica degli avvocati dei due indagati: “38 faldoni pieni di nulla”.
Il legale di Riccardo Fusi ha poi fatto sapere che l’impenditore si presenterà il 21 aprile a Roma nell’udienza riguardante il procedimento principale dell’indagine.

G8-TERREMOTO: AVVOCATO VERDINI, PREFERIVAMO CHE UDIENZA FINISSE

“Non siamo d’accordo su quanto accaduto nell’udienza perche’ preferivamo che l’udienza si concludesse oggi stesso perche’ siamo assolutamente convinti che le carte danno ragione dell’insussistenza dell’accusa contestata. Ora il giudice ha voluto per un atto di garantismo assoluto chiedere alla Camera dei deputati, l’utilizzabilita’ delle telefonate anche sul presupposto che potrebbe essere anche possibile che la Camera non le conceda, ecco perche’ dico che preferivo trattare tutto oggi perche’ alla fine non e’ che noi possiamo influire sulla Camera di appartenenza. Sono solo tre telefonate che nulla aggiungono”. Lo ha detto l’avvocato Marco Rocchi, legale difensore del parlamentare di Forza Italia, Denis Verdini, commentando la richiesta da parte del Gup del Tribunale dell’Aquila, Giuseppe Romano Garganella di chiedere alla Camera l’utilizzazione di tre intercettazioni telefoniche, nell’ambito dell’udienza preliminare relativa all’inchiesta della Procura distrettuale Antimafia dell’Aquila sugli appalti per il G8 dell’Aquila e per la ricostruzione post terremoto, che vede indagati, con l’ipotesi di reato di tentativo di abuso d’ufficio, Verdini, e il presidente dimissionario dell’azienda Btp, Riccardo Fusi. “Si tratta – ha aggiunto Rocchi – di telefonate banali tra Fusi e Verdini, due persone che si conoscono, perche’ anch’io che parlo con una persona che conosco da tanto tempo posso fare riferimento a chissa’ quale situazione. Si tratta di telefonate che durano dal punto di vista temporale pochi minuti. E’ ovvio che con pochi minuti o si dice moltissimo o in realta’ non si dice proprio niente. Si parla tra due persone che si conoscono – ha detto ancora l’avvocato difensore del coordinatore del Pdl – da molto tempo e che si chiamano ma non si parla specificatamente ne’ di appalti, ne’ di terremoto ne’ di appalti al di fuori del terremoto”. Alla domanda dei giornalisti sul motivo della sua assenza oggi nell’aula di udienza preliminare, lo stesso Rocchi ha aggiunto: “Oggi non e’ venuto perche’ il deputato Verdini doveva essere in aula e non volevamo chiedere il legittimo impedimento, ecco perche’ non e’ venuto”. E le altre volte?: “Le altre volte- ha detto ancora l’avvocato Marco Rocchi del Foro di Firenze – non sono venuto perche’ non mi andava il preventivo vaglio mediatico perche’ a me non mi andava di dover venire a rispondere quando in realta’ di tutta la vicenda ne sapevano gia’ tutti fuorche’ noi. La riprova io l’ho avuta – ha aggiunto – quando ho mandato il fax venerdi’ scorso , dicendo che non venivo a rendere l’invito all’interrogatorio perche’ non mi andava questa pubblicita’; ho avuto prova di avere ragione perche’ dopo pochi minuti la mia comunicazione al Tribunale e’ uscita un’agenzia in cui venivano rese note le ragioni oltre che l’assenza del mio indagato negli uffici della Procura della Repubblica”. Presenti all’udienza anche gli avvocati Alessandro Traversi e Sara Gennai per conto di Fusi. “Secondo noi per il nostro assistito – ha detto Traversi – non sussiste alcuna responsabilita’ per la semplice ragione che la raccomandazione in quanto tale non dovrebbe essere reato”. Ma questa raccomandazione c’e’ stata? “Posto che ci sia stata – ha aggiunto Traversi – e questo sara’ motivo di discussione, se ne fanno tutti i giorni a tutti i livelli, non e’ reato, questo e’ un orientamento pacifico della Corte di Cassazione, non lo diciamo noi”. “Fusi non e’ mai venuto all’Aquila per rispondere degli addebiti contestati dai pm – ha detto l’avvocato Gennai – perche’ secondo noi non c’era qualcosa che lui dovesse spiegare. Talmente evidente anche dagli atti che non e’ giuridicamente configurabile a nostro avviso nessun reato per cui non c’era motivo di presentarsi”.

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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