L’AQUILA-E’ morto Lamberto Giancarli, collega e amico, protagonista di tante battaglie al Messaggero e su altre cronache cittadine, aquilano purosangue. Ai figli Giampiero e Fabrizio, le condoglianze sentite di AquilaTv. Cordoglio è stato espresso alla famiglia, oltre che da colleghi e amici, anche dal sindaco Massimo Cialente e dall’assessore alla Cultura Stefania Pezzopane. I funerali si sono svolti oggi nella chiesa di santa Rita in via Strinella. A noi piace ricordarlo con un articolo pubblicato sul Corriere della Sera nei giorni del terremoto che sconvolse la nostra città. Così scrisse di lui Francesco Alberti inviato del giornale milanese.
DA UNO DEI NOSTRI INVIATI L’ AQUILA – In casa con il terremoto. Per quasi una settimana. Lui a fumare e a guardare la tv, sempre accesa. E la Bestia Sismica a mordere le pareti, a far ballare le scale. Lui e le scosse: in un condominio completamente vuoto, in una città scappata sotto le tende. Quando, ieri pomeriggio, vigili del fuoco e poliziotti l’ hanno convinto a lasciare l’ appartamento al terzo piano, Lamberto Giancarli era proprio scocciato: «Insomma, ragazzi, perché non vi fate i fatti vostri? Stavo come un pascià. Qual è il problema? La casa tiene, lo sento, e ho anche il gatto da accudire…». Uno dice: ecco, il solito svitato. E invece no: Giancarli, che ha 76 anni, giornalista in pensione, per decenni una delle firme più conosciute della cronaca cittadina, è un tipino tutt’ altro che annebbiato, la battuta sempre pronta, originale, allampanato, un fascio di nervi, il volto che sembra scavato con un cucchiaio, la sigaretta eterna compagna. Una sorta di ultimo giapponese. Vigili del fuoco e polizia sono ancora lì a chiedersi come mai nessuno si fosse accorto che quell’ appartamento era abitato. Eh sì, perché non siamo in uno sperduto borgo del Gran Sasso, ma in centro all’ Aquila, a 500 metri dalla questura (finita sotto le tende in un giardino pubblico). È via Strinella: larga, piena di condomini e negozi. Ora una vicina racconta: «Lunedì scorso, la notte della tremenda scossa, mentre tutti fuggivano e le scale sembravano scappare sotto i piedi, Giancarli si è affacciato sul pianerottolo e ci ha detto: tanti auguri a voi, io rischio, non ho paura di niente». Ed è rimasto lì. Organizzatissimo: «Il frigorifero era pieno, avevo il mio gatto e seguivo la tragedia in televisione…». Le scosse? «Quando arrivavano, guardavo le pareti e le finestre; e quando terminavano, pensavo ad altro». Solo una volta è sceso in strada, e c’ è voluto un quinto grado: «Ma ci ho messo talmente tanto a fare le scale che potevo rimanerci secco…». A quella casa è attaccatissimo: «Ci abito dal ‘ 67 e da quando è morta mia moglie, nel 2004, vivo solo. Passo le ore a dipingere quadri e col terremoto c’ era finalmente un silenzio che favoriva la concentrazione». A tradirlo pare sia stata una vicina di casa, che ieri era tornata al condominio per recuperare alcuni oggetti personali: «Ho visto un’ ombra sul terrazzo e non volevo crederci: possibile che sia ancora lì?». Di fronte ai poliziotti, che gli mostravano l’ ordinanza del sindaco che decreta l’ inagibilità totale dell’ Aquila, Giancarli non ha fatto resistenza, promettendo di andare in casa di uno dei figli a Giulianova: «Ma sia chiaro: se non mi trovo bene, io torno qui…». Capace di farlo. Francesco Alberti