L’AQUILA- C’è una lettera del governatore Gianni Chiodi al presidente del Consiglio Monti anche nella sua veste di ministro dell’Economia e delle Finanze. Una lettera in cui si chiede che l’Abruzzo non rientri nel novero delle Regioni per le quali, a causa del debito sanitario che per l’Abruzzo non esiste più, è prevista una serie di restrizioni in materia di ‘spending review’ , cioè di revisione delle spesa pubblica, di inasprimento del patto di stabilità e, quel che è più grave, di compensazione dei crediti vantati dalle imprese nei confronti dello Stato con i debiti loro derivanti dall’imposizione fiscale. L’Abruzzo, cioè, dice Chiodi, va considerata una “regione virtuosa a tutti gli effetti”, pur essendo ancora giuridicamente valido il commissariamento per il debito della sanità, ma che, appunto, è stato risanato. Se il governo continuasse a considerare l’Abruzzo una regione inadempiente per il debito sanitario,  per le aziende della Regione, ad esempio, sarebbe un colpo terribile in quanto non potrebbero accedere all’istituto della compensazione prevista da un decreto che sta per diventare legge. Compensazione che consentirebbe loro di detrarre dalle tasse tutti i crediti vantati con lo Stato. Ancora. Se l’Abruzzo fosse considerata ancora una regione inadempiente,  verrebbe inviato all’Aquila un commissario con poteri per procedere alla revisione della spesa. “Non siamo contrari al commissario del governo-ha detto Chiodi- venga pure da noi, imparerebbe in che modo si riducono i costi, si abbassa il deficit, si va in attivo sul capitolo sanità”- ha aggiunto provocatoriamente il governatore. “Sarebbe grave e paralizzante- ha scritto Chiodi – se nei confronti dell’Abruzzo venissero confermate le ipotesi fatte in sede governativa. In termini politici, gli abruzzesi dovrebbero sottoporsi a ulteriori possibili sacrifici che metterebbero in serio pericolo le necessarie capacità di ripresa del sistema economico regionale”.

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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