L’AQUILA-Cialente dice che sulla “Zona franca urbana” lo hanno imbrogliato, che lo aveva già sospettato, ma che a Bruxelles lui e gli assessori della sua giunta ne hanno avuto la conferma.

C’è da restare allibiti e ci chiediamo quale sia in effetti il senso delle parole del sindaco dell’Aquila. Imbrogliato, ma da chi, di grazia? Dal passato governo, visto che quello in carica non può essere ancora chiamato in causa? Dalla Regione, dal Commissario alla Ricostruzione, da De Matteis che della “Zona franca” ha fatto una bandiera, dalla stessa Commissione Europea, che a quanto pare non offre certezze?

Ma chi era e che cosa faceva Cialente quando per la prima volta, subito dopo il terremoto, si cominciò a parlare di Zona franca e in seguito se ne ufficializzò la richiesta all’Europa? Non era forse il sindaco di questa città ? E che cosa fanno i sindaci dei comuni più o meno grandi da che mondo e mondo?

Non vigilano forse, con attenzione, sugli interessi e sulle urgenze dei propri cittadini ai quali, oltre tutto, stanno per chiedere di essere rieletti? In una parola, ammesso e non concesso che si tramasse ai danni dell’Aquila, chi doveva di conseguenza stare bene attento a non farsi imbrogliare, a battere i pugni sul tavolo dell’Europa e a chiedere intereventi rapidi e chiari?

Sono le domande che si pone oggi l’uomo della strada, che si fanno i cittadini frastornati da tutta questa confusione. Minacciare di andare a piedi a Bruxelles è certo una ‘boutade’, una provocazione. Dopo la gita a vuoto, il pellegrinaggio folkloristico dei giorni scorsi nella capitale europea ci mancherebbe anche questo. Dunque Cialente si rimbocchi le maniche e veda di salvare il salvabile, se è ancora possibile.

Una parola di chiarezza gli aquilani la pretendono anche da Giorgio De Matteis. Il vice presidente del Consiglio regionale ha sempre detto e scritto che sulla “Zona franca” non ci sarebbero stati problemi, che insomma era soltanto questione di tempo.

Ora si scopre che l’Europa nicchia, che avanza pretesti, che i tempi si allungano. Di grazia, non era nelle condizioni anche lui, De Matteis, di rendersi conto se qualcuno stava ‘bluffando’? O ha voluto in qualche modo addolcire la pillola agli aquilani, o meglio alle aziende aquilane che dalla “Zona franca urbana” si attendono un aiuto non indifferente? Sarebbe opportuno che anche lui chiarisse una volta per tutte.

Un’ultima cosa, anche questa importante. Qualcuno afferma di aver letto la copia di una lettera inviata dal passato governo all’Europa in cui si chiede di definire “Zona franca urbana” per l’Aquila, i cosiddetti interventi ‘de minimis’, quelli che in ogni caso sarebbero accessibili subito, anche senza provvedimenti eccezionali come appunto la “Zona franca”.

Se fosse vera, la lettera, questo sì sarebbe un imbroglio: una “Zona franca” che in effetti non lo è, perché i provvedimenti ‘de minimis’ sono un’altra cosa e non c’è bisogno di nessuna “Zona” e tanto meno “franca” per averli. A De Matteis diciamo con tutta franchezza che anche questo devono chiarire, lui e Cialente.

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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