L’AQUILA – Dopo aver colpito pesantemente l’industria manifatturiera, la crisi economica fa sentire i suoi effetti consistenti sul terziario abruzzese. Lo rileva il Rapporto Confesercenti sull’economia abruzzese, presentato stamani a Pescara dai vertici dell’associazione imprenditoriale.
I principali indicatori evidenziano come soprattutto nel commercio al dettaglio la contrazione dei consumi e il ritardo nella ripresa generale stiano mettendo a dura prova la resistenza delle 33 mila piccole e medie abruzzesi operanti nel settore.
Il calo degli incassi, che gli stessi commercianti indicano in una media vicina al 3,5 per cento nei primi sei mesi del 2010 rispetto al semestre precedente, si traduce in una contrazione dell’occupazione dai contorni finora non conosciuti: nei settori commercio e turismo infatti in un solo anno sono stati persi 8 mila 442 posti di lavoro fra espulsioni e mancate assunzioni, spingendo per la prima volta il settore al di sotto dei 100 mila occupati dopo aver superato, esattamente un anno fa, la forza lavoro dell’industria.
Le aziende che resistono dunque incassano meno e sono costrette a rinunciare a parte della forza lavoro, ma anche il saldo fra nuove aziende e saracinesche abbassate definitivamente segna crepe considerevoli.
Particolarmente grave la situazione in provincia di Pescara, dove il saldo e’ negativo per 100 aziende, uno dei risultati peggiori da dieci anni a questa parte. La natimortalita’ delle imprese conosce luci ed ombre nelle quattro province, e va segnalato l’incremento degli artigiani specie in provincia dell’Aquila, dove la mancanza di posti di lavoro nell’industria spinge sempre piu’ persone ad aprirsi un’attivita’.
Il primo semestre 2011 – rileva il Rapporto Confesercenti a cura di Piero Giampietro, Sonia Di Naccio e Maria Lilia Toschi del centro studi dell’associazione imprenditoriale – si conferma come un periodo di consumi freddi: continua il calo degli alimentari e si aggrava quello nel settore abbigliamento e calzature, che a giugno tocca -2,1 per cento. Meglio per la ristorazione fuori casa (+1,9 per cento) e soprattutto per il benessere (+2,1 per cento). La situazione molto critica fra le imprese del terziario e della produzione artigiana sta trasformando il settore creditizio. Le aziende chiedono sempre finanziamenti piu’ piccoli (quasi 1 su 2 sotto i 75 mila euro) per ristrutturare il debito e dilazionare i pagamenti, mentre scende la quota di chi chiede finanziamenti per investire.
“L’aggravarsi della crisi economica delle piccole e medie imprese ci ha spinto a promuovere, assieme ad altre associazioni imprenditoriali, il documento unitario e l’autoconvocazione a Roma” spiega il presidente regionale di Confesercenti Beniamino Orfanelli, “non e’ piu’ rinviabile un piano di azione forte e di grande impatto, che parta dallo sblocco della totalita’ dei fondi Fas per garantire investimenti su quegli assi strategici quali Campus Automotive, Accesso al credito, Turismo, Parco della Costa dei Trabocchi”
Per Orfaneli “Sono canali che vanno accesi immediatamente e senza ulteriori tentennamenti”. “Bisogna liberare risorse fresche dal bilancio regionale” sottolinea il direttore regionale Enzo Giammarino, “garantendo nella sanita’ i servizi essenziali e funzionali anche nei territori delle aree interne, dove una loro desertificazione aggraverebbe anche la situazione delle attivita’ commerciali, turistiche ed artigianali: va pero’ messa a pieno regime tutta la strumentazione sanitaria a disposizione degli ospedali e dei presidi, oggi in molti casi sottoutilizzata per mancanza di personale. Il capitolo delle imposte – prosegue Giammarino – deve passare attraverso almeno tre canali: una rimodulazione per fasce di reddito della tassazione straorinaria, con una progressiva riduzione dell’Irap – in modo da diminuire il gap competitivo delle aziende abruzzesi che pagano le tasse piu’ alte d’Italia – e una rimessa in circolazione di reddito attraverso la riduzione dell’Irpef alle fasce medie e medio-bassi, per sollecitare la domanda interna e la ripresa dei consumi. Non e’ piu’ rinviabile il sostegno ai consorzi fidi, che garantiscono l’accesso al credito per le piccole e medie imprese: senza il loro supporto per la maggioranza delle aziende abruzzesi non sarebbe stato possibile neppure chiedere la ristrutturazione del debito. Sono tutte azioni da percorrere nei prossimi mesi, senza aspettare altro tempo: le piccole e medie imprese non hanno piu’ tanta forza. Ed e’ anche per questo che siamo insoddisfatti per come si sta attuando il Patto per lo Sviluppo: abbiamo chiesto fin dall’inizio un’agenda stretta e certa, e questa non ci e’ stata indicata. E’ una delle ragioni che ci hanno spinto, assieme ad altre organizzazioni, ad autoconvocarci a Roma per settembre, in modo da ristabilire le priorita’ per l’economia di questa regione. La vicenda dei Fas e’ infatti l’ultima brutta notizia per l’Abruzzo: ben vengano i Mondiali di Sci di Roccaraso, ma va assolutamente sbloccata la totalita’ dei fondi Fas e non solo una loro piccola parte. Abbiamo bisogno di un presidente a tempo pieno e per questo chiediamo al presidente Gianni Chiodi di rinunciare agli incarichi commissariali e dedicarsi alla presidenza della Regione”
Crisi, il terziario abruzzese vede nero: in calo incassi e posti di lavoro
Lo dice un rapporto della Confesercenti
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